Il web e la medicina: le opportunità e i rischi da conoscere.
Il cosiddetto Dottor Google, che fornisce in tempi rapidi risposte mediche sul web o nei social network, è il dottore plurispecialista più interpellato dagli Italiani che cercano chiarimenti e consigli per la propria salute. Internet è effettivamente una fonte di informazione ricchissima, molto utile anche per i medici. Tuttavia, se usato acriticamente, senza conoscerne i meccanismi di selezione e proposta delle informazioni (che non sono governati da una mente umana, ma da algoritmi), può essere anche molto rischioso. Vediamo perché.
Nel nostro Paese, una persona su due ha cercato, nel 2021, informazioni su Internet relative alla propria salute. I dati rilasciati da Eurostat confermano un trend evidente, in Italia e nel mondo. Un trend che riguarda l’emersione delle cosiddette fonti algoritmiche, come Google o i social network, che nel 2022, secondo il Censis, oltre metà degli italiani ha utilizzato per informarsi .
Si tratta, in sostanza, di fonti di informazione a cui le persone accedono tramite web: la differenza, rispetto al passato, è che la gerarchizzazione e la selezione delle notizie viene effettuata automaticamente, da un algoritmo di intelligenza artificiale. Un processo che cambia alla radice i presupposti stessi dell’accesso a informazioni e notizie: tra l’informazione e il pubblico non c’è più un essere umano (un giornalista, un medico, un agente di viaggio) ma un sistema automatico, che seleziona e gerarchizza contenuti che possono essere pubblicati da chiunque.
In questo contesto, il rischio è che emergano, filtrate dagli algoritmi, informazioni non verificate e che gli utenti, esposti a informazioni personalizzate, possano concentrarsi su posizioni antiscientifiche o pericolose per la propria salute.
Cosa possono fare i medici, in questo contesto?
Nel campo della medicina, l’accesso a informazioni accurate e aggiornate è fondamentale per garantire diagnosi corrette e trattamenti efficaci. Per le ricerche mediche gli utenti non professionisti ricorrono agli stessi motori di ricerca (tipo Google), che rispondono alle domande degli utenti tramite l’immissione di parole chiave e l’emissione di una raccolta di risultati, che sono moltissimi . Esiste una priorità dei risultati che è di particolare importanza: oltre il 60% degli utenti non guarda la 2° pagina web e il 32% si fida dei motori di ricerca e pensa che il risultato che è al top della ricerca sia il migliore.
Secondo dati del Censis, il 5% di chi cerca informazioni sanitarie sul web contesta apertamente il proprio medico su diagnosi e cure in base a quanto scoperto navigando. Un fenomeno che rischia di compromettere il rapporto medico-paziente e soprattutto la salute del paziente, a causa delle informazioni scorrette.
La ricerca di informazioni sanitarie su Internet presenta dunque sfide legate alla vastità dei dati disponibili, l’incertezza dell’affidabilità delle fonti e il riconoscimento delle informazioni attendibili,
Ci si può quindi ragionevolmente fidare solo se le informazioni arrivano da fonti istituzionali, organismi internazionali, grandi istituti (ospedalieri e università, riviste autorevoli/certificate, siti validati di medicina e società scientifiche). Algoritmi che permettano una validazione automatica delle informazioni non sono ancora disponibili.
Per gli utenti non-medici è necessario anche che le informazioni mediche siano “tradotte” da specialisti, in modo che siano facilmente accessibili e accettabili nel loro giusto valore. È necessaria inoltre un’educazione sanitaria che aiuti nella selezione critica e nell’uso corretto delle informazioni mediche. Tra gli esempi migliori in Italia citiamo il sito dell’Istituto per il Bambino e l’Adolescente del Bambino Gesù che svolge una particolare attività di Health literacy.
Esistono specifici motori di ricerca e banche dati per la ricerca medico-scientifica, come PubMed, Cochrane Library ed EMBASE, che offrono risultati pertinenti. Le piattaforme di condivisione delle conoscenze, come UpToDate e Medscape, forniscono informazioni cliniche basate sull’evidenza per il trattamento delle condizioni mediche.
Infine l’algoritmo del futuro, ma già presente, è la cosiddetta intelligenza artificiale.
Molte speranze derivano dagli incredibili progressi ottenuti dall’elaborazione dei miliardi di dati presenti in Internet e dagli strumenti di apprendimento automatico.
Tuttavia molti sono ancora i limiti di questa fantastiche risorse dell’informatica, e anche i rischi, perché i sistemi di controllo sulle metodologie di raccolta ed elaborazione dei dati sono ancora insufficienti ed è possibile orientare le risposte su quello che desidera l’utenza e su una massificazione semplicistica delle informazioni, per fini commerciali, o di competizione scientifica, o per altri fini. Un approccio critico è quindi sempre consigliabile.